Nelson Mandel Forum - Diritto all'Educazine
10 dicembre 2015, Firenze - Nelson Mandela Forum - Diritto all'educazione, pari opportunità per costruire consapevolezza, conoscenza e futuro.
Questi i temi del XIX Meeting dei diritti umani che si è tenuto giovedì 10 dicembre, come ogni anno, al Mandela Forum di Firenze, in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani. Mai come quest'anno parlare di diritti umani e in particolare di come fare per garantire il diritto al futuro delle giovani generazioni era necessario, importante ed urgente. Il Meeting, come consuetudine, ha riunito istituzioni, università, terzo settore, scuole e imprese per confrontarsi sulla tutela e la promozione dei diritti umani a livello globale. Erano presenti oltre 9 mila studenti provenienti da tutta la Toscana, che hanno avuto l'opportunità di approfondire e interrogarsi sui tanti temi al centro del dibattito, dopo un lavoro preparatorio che li ha impegnati, insieme ai loro insegnanti, per parte dell'anno scolastico. Sul palco, a condurre, il cantautore ed insegnante Roberto Vecchioni e la giornalista delle Iene NadiaToffa, che hanno introdotto sul palco del Mandela esponenti dalla politica, della cultura e del giornalismo.
Tra gli ospiti anche il nostro presidente Cesare Moreno , "maestro di strada" prima di tutto. Insegnante sui generis, fondatore insieme con sua moglie Carla Melazzini, anche lei insegnante e scomparsa nel 2009, del “Progetto Chance”: iniziativa volta alla neutralizzazione della dispersione scolastica nei quartieri più difficili della città di Napoli. Moreno ricorda la sua esperienza a Firenze nel '66 come angelo del fango. "In quelle notti trascorse nei vagoni sistemati in Santa Maria Novella per ospitarci la notte, ci sentivamo vivi e quei vagoni erano luoghi di parola e di conversazione. Fu lì che decidemmo di ritrovarci mesi dopo nelle facoltà e di occupare. Volevamo essere utili. Durante l'occupazione capitò un fatto strano: il rettore fece intervenire di nascosto uno psichiatra per analizzare il nostro comportamento. E il giorno dopo sui giornali leggemmo la diagnosi, io e mia moglie secondo lui eravamo paranoici e schizofrenici. Allora io mi ribellai. A distanza di cinquant'anni trovo che quello psichiatra aveva ragione. Io ero convinto di poter salvare il mondo e chi vuole salvarlo è solo un pazzo…ma oggi sono contento di essere pazzo perché questo mi ha impedito di impazzire dietro al mondo. Sono qua a parlare dell'importanza della parola ma dico che la prima parola e' io sono io e a nessuno devo permettere di scrivere la mia vita. La cultura vera è quella che vive tra la gente ed è' più forte della cultura del potere".
Nadia Toffa, incuriosita, chiede poi del perchè in pieno inverno Cesare indossi le "ciabatte" -
Cesare Moreno ha poi concluso leggendo una poesia dell'educatore, sociologo e poeta siciliano Danilo Dolci:
"C'è chi insegna guidando gli altri come cavalli passo per passo;
forse c'è chi si sente soddisfatto così guidato.
C'è chi insegna lodando quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere l'assurdo ch'è nel mondo,
aperto ad ogni sviluppo ma cercando d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato".
Ecco, queste parole potete usarle come emblema - conclude Moreno - ciascuno cresce solo se sognato. Insegniamo aiutando i ragazzi a costruire il loro sogno, non il nostro.