È morto improvvisamente Giancarlo Cerini. Era un ispettore del Ministero dell’Istruzione, veniva dall’insegnamento nelle scuole elementari, era impegnato nell’associazione di Docenti CIDI, dirigeva riviste pedagogiche; l’ultima è stata la Rivista dell’Istruzione.
Giancarlo per me è stato un amico e un sostenitore perché mi ha sostenuto in molti momenti difficili. Quando dovevo pensare ad una figura istituzionale in grado di sostenere posizioni difficili e minoritarie pensavo a lui. Ci fu un tempo negli anni 90 in cui, contro le correnti pedagogiche dominanti nella scuole e caratterizzate dal “cognitivismo” (per i non addetti ai lavori un modo di considerare l’apprendimento e la conoscenza un processo dominato dalla ragione “geometrica”, in cui emozioni, sentimenti, relazioni hanno posto poco o per nulla) ho sostenuto invece l’importanza delle relazioni e delle emozioni nel lavoro educativo. Giancarlo mi sostenne, ma quando si rese conto che – allora – non si poteva vincere, mi disse sotto voce: non mollare. Bene, queste parole sussurrate sono state un potente stimolo e sapevo che avrei potuto ancora contare su di lui. Mi ha invitato sistematicamente ad incontri in cui ci si confrontava sugli aspetti profondi del lavoro educativo. Uno di quelli che mi è restato più impresso fu nella Sala Icaro del Pedagogico di Forlì insieme ad Andrea Canevaro. Nel 2017 mi chiese di scrivere sulla rivista dell’istruzione che pubblicò due grossi articoli: l’unica rivista ufficiale che abbia pubblicato qualcosa sui Maestri di Strada e sul loro metodo di lavoro.
Giancarlo è stato un sostenitore della libertà dei bambini, del loro potenziale di apprendimento, della loro creatività. Lo ha fatto stando nelle istituzioni e cercando di interpretare le norme o di cambiarle in modo che potessero sostenere i docenti altrettanto liberi ed innovativi. I bambini e le bambine italiani - e non solo italiani – hanno perso un amico, ma sono certo che tanti che hanno appreso da lui e che si sono formati con lui continueranno la sua opera.
Il mio cordoglio va alla moglie Loretta che insieme a lui ha affrontato la dolorosa perdita dell’unica figlia e che ha combattuto insieme a lui tutte le sue battaglie.
Cesare Moreno